Vita con una protesi alla gamba: dalla richiesta agli esercizi per camminare
Indossare una protesi alla gamba è un bel cambiamento di vita. Un cambiamento fisico ma anche psicologico.
Che, però, non deve essere visto come una fine. Certo, nulla sarà più come prima, ma ci sarà un dopo.
Ci sarà un prima dell’amputazione e un dopo l’amputazione, ma la vita dopo l’amputazione, anche se diversa, è sempre vita.
Vogliamo fare questo piccolo incipit per rompere la narrazione che parla delle persone amputate come “vittime” oppure, al contrario, le celebra come “eroi” quando ritornano alla loro quotidianità, trovando un equilibrio. Nè vittime nè eroi, la vita con una protesi è solo questo: vita.
In questo articolo, quindi, vedremo tutte le fasi che si possono attraversare se si subisce un’amputazione e si decide di indossare una gamba protestica (ricordiamo che esistono anche persone che scelgono di non portarla, e preferiscono usare, ad esempio, stampelle o sedie a rotelle): dove richiederla, come riceverla, come indossarla per tornare a camminare.
In modo che, speriamo, sia sempre più facile seguire quel percorso psicologico che, dalla difficoltà iniziale, porta alla serenità.
Indice
- Le parti da cui è formata una protesi
- Chi paga le protesi
- Come richiedere una protesi
- Perché la prima protesi è spesso temporanea?
- I possibili problemi dell’utilizzo di una protesi
- Esercizi per ricominciare a camminare
- Dove rivolgersi per ricevere la propria protesi
Le parti da cui è formata una protesi
Partiamo dal dire che le più comuni gambe prostetiche derivano dal tipo di amputazione che è stato necessario fare, e si dividono sostanzialmente in due tipi: l’amputazione trans-femorale (amputazione sopra il ginocchio) ed amputazione trans-tibiale (amputazione sotto il ginocchio).
A seconda del tipo di amputazione, la protesi sarà formata da parti diverse. In generale, però, queste sono:
- Invasatura: l’invasatura è quella parte della protesi che la unisce al corpo. Si tratta, quindi, della parte in cui verrà posizionato il moncone, ed è per questo che è fondamentale che sia realizzata in modo da essere il più possibile adatta alla persona che la indosserà
- Cuffia: ovviamente, l’invasatura non può venire in contatto diretto con il moncone. C’è bisogno di inserire una guaina, una calza protettiva, e questa è proprio la cuffia, che protegge il moncone e gli fornisce sospensione rispetto alla protesi. La cuffia può essere bloccata nell’invasatura grazie a dei perni, grazie ad una ginocchiera aggiuntiva, oppure con un sistema a vuoto
- Ginocchio protesico: come si può immaginare, in questo caso stiamo parlando solamente di amputazioni trans-femorali. Il ginocchio è un’articolazione molto complicata, ed è per questo che questa parte deve essere costruita alla perfezione. Uno dei motivi della sua complessità è il dover compiere due diversi movimenti: quello di flettersi e portare la gamba avanti per stenderla, per camminare, e quello di supporto, in cui mantiene il peso del corpo quando viene stesa in avanti l’altra gamba
- Piede protesico: ci sono vari tipi di protesi per il piede, e la scelta del modello giusto dipende da molti fattori. Non solo il tipo di vita che si vuole compiere, ma anche le sensazioni che si provano. Per esempio, alcuni modelli sono più stabili ma meno mobili, mentre altri sono più flessibili e permettono movimenti più fluidi, ma possono dare una sensazione di sicurezza minore
- Attacchi: gli attacchi servono a congiungere tra loro le varie parti della protesi, come il piede e il ginocchio. Possono essere di varie forme (ad esempio, un semplice tubo)
- Cosmesi: infine, con cosmesi si intendono tutte le aggiunte estetiche che possono essere fatte per renderla più simile ad una gamba. Si possono aggiungere peli o anche tatuaggi, anche se questo, ovviamente, fa alzare il prezzo!
Chi paga le protesi
E a proposito di prezzo, chi paga le protesi? Il Servizio Sanitario Nazionale.
Difatti, una volta che si è subita un’amputazione, si viene riconosciuti come invalidi, e quindi si ha diritto a riceverle dalla sanità pubblica.
Attenzione, però: questo non vuol dire che l’SSN paghi ogni protesi al 100%! Infatti, la percentuale di copertura del prezzo è stabilita dal nomenclatore tariffario, un elenco dove sono segnate le condizioni in cui possono essere prescritti questi dispositivi (e molti altri),i limiti di erogabilità e le tariffe di rimborso previste.
Ritornando all’esempio di prima, l’ASL non pagherà, ad esempio, il costo aggiuntivo della cosmesi per la protesi: sarà il beneficiario a dover coprire la differenza tra quello a carico della sanità pubblica e il rimanente. Lo stesso vale, ad esempio, per modifiche particolari per lo sport.
Come richiedere una protesi
Come abbiamo detto, per poter ottenere dall’SSN la gamba protestica deve esserci un certificato di invalidità. Questo certificato si ottiene solo a seguito di visita specialistica, da parte di medici prescrittori abilitati (anche se in alcune Regioni la prescrizione di alcune protesi può essere effettuata anche dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta), e di inserimento in un piano riabilitativo-assistenziale individuale.
Il piano, fondamentalmente, andrà ad elencare non solo i motivi per cui un paziente ha bisogno della protesi (la patologia o la lesione) ma anche di quale tipo, e come utilizzarla. Riporterà la diagnosi, il programma da seguire per il trattamento del paziente, eventuali personalizzazione da compiere sulla potesi, modi e tempi di utilizzo e anche le modalità di verifica degli esiti ottenuti rispetto a quelli attesi.
A questo punto, il paziente dovrà fare richiesta all’ufficio di competenza della propria ASL per ricevere l’autorizzazione all’erogazione, per poi recarsi verso un’ortopedia sanitaria affinchè un tecnico ortopedico possa realizzare la gamba prostetica che gli spetta.
L’ultimo passaggio sarà il collaudo del medico prescrittore a seguito di un periodo di tempo definito dalle regione (presso il domicilio in caso di disabile non deambulante oppure presso un’ortopedia sanitaria convenzionata con l’SSN).
Perché la prima protesi è spesso temporanea?
Nel caso delle amputazioni trans-femorali (ricordiamo, quindi, sopra il ginocchio) si parla sempre di protesi temporanea e definitiva, e questo perchè, con il tempo, il moncone subisce importanti variazioni. Solo dopo qualche mese, quando il moncone assume una forma definitiva, si passa alla realizzazione della gamba prostetica definitiva.
Ci sono, però, anche diversi tipi di protesi definitive.
Le prime tipologie sono in genere semplici e leggere, facili da portare, ma comportano un’andatura un po’ goffa e richiedono l’utilizzo di ausili, come deambulatori o stampelle. Col tempo, la protesi potrà essere sostituita da un’altra, magari un po’ più pesante, ma tecnologicamente più performante, che consenta una camminata più simile a quella naturale. Potranno anche manifestarsi desideri specifici, come quello di poter nuotare, ed esistono oggi gambe prostetiche adatte a diversi tipi di attività sportive. Occorre specificare che si tratta di obiettivi a lungo termine.
I possibili problemi dell’utilizzo di una protesi
Utilizzare una protesi vuol dire reimparare, praticamente, a muoversi. Sia che si stia parlando di gambe che di braccia, perchè modificano sia la camminata che la postura, e ciò può comportare dolore avvertito lungo i fianchi, le spalle o la colonna vertebrale. Per questo è consigliato impegnarsi a fare regolare attività fisica, con esercizi mirati alla distensione e rafforzamento muscolare.
Esercizi per ricominciare a camminare
Come abbiamo detto, quindi, ricominciare a camminare richiederà proprio di re-imparare il movimento, perchè ci sarà un cambiamento di postura e bisognerà anche rafforzare i muscoli, e dare loro flessibilità.
Ovviamente, il consiglio è essere seguiti nella prima fase da un professionista, in modo da impararli nel modo corretto, e soprattutto per avere anche un supporto psicologico, altrettanto fondamentale in queste situazioni. Una volta imparati, potranno essere svolti in autonomia, ma continuare sempre ad eseguirli rimarrà importantissimo.
Riporteremo ora alcuni esercizi, sottolineando, però, che sono solamente degli esempi, e che sarà il professionista (ad esempio il fisioterapista) ad indicarti quali sono quelli adatti ad ogni caso.
Esercizi per persone con protesi trans-femorale
- Spostamento laterale del bacino
- Salire un gradino con il piede senza gamba prostetica
- Fare un passo avanti caricando il peso sulla protesi
- Camminare
- Fare delle curve a 8
- Camminare con dei bastoni
- Sedersi
- Scendere le scale
Esercizi per persone con protesi trans-tibiale
- Stare in piedi e dividere il peso equamente tra il lato con gamba prostetica e quello senza
- Spostare lentamente il peso sul lato della protesi
- Stare in piedi e spostare lentamente il peso avanti e indietro
- Stare in equilibrio utilizzando una pedana propriocettiva
- Camminare sul posto
- Salire le scale
- Posizionare degli ostacoli e scavalcarli
Dove rivolgersi per ricevere la propria protesi
Come abbiamo detto, una volta confermata la necessità della protesi e ottenuta l’invalidità, ci si può recare in un’ortopedia sanitaria e mostrare la propria documentazione, per iniziare il percorso di realizzazione della propria gamba prostetica su misura.
Se non sai come trovare un’ortopedia sanitaria convenzionata con la sanità pubblica a cui rivolgerti, clicca sul pulsante qui sotto, cerca l’ortopedia sanitaria più vicina a te e verifica se, sotto il suo nome, è presente la caratteristica “CONVENZIONATO ATS/ASL/ASP”: